Jazz

(testo e musica di F. Bonifacio)

Al capostipite piaceva il jazz,
frittura di suoni che cadeva,
e su qualche dissonanza persuadeva
Storture della vita, ribadite in stonature
intonante in meandri di musica
non prevedibili fin dal principio

Immaginava il mondo come una Jazz Band
radunata in un’istintiva terra di nessuno...

Un quattro quarti levigato dalle spazzole,
i virtuosismi fuori tono di un saxofono,
la melodia accattonata di un pianoforte,
quarte settime none si accavallavano
in una sequenza senza tempo
nella corrente della musica

Immaginava il mondo come una Jazz Band
radunata in un’istintiva terra di nessuno...

Sognava aggrappato alle note di quei quattro,
affannati intorno ai loro strumenti,
trascinati da un’arte che non avevano,
e si immaginavano aurore senza più’ confini,
il capostipite se li beveva con la birra,
erede di liquidi ben più nobili

Immaginava il mondo come una Jazz Band
radunata in un’istintiva terra di nessuno...

E rifletteva al tempo del suo piede,
su cicche di sigaretta fuori epoca,
su giri armonici mandati a memoria,
su quella sinuosa favola, favola infinita
sorpreso da quel forte odore di donna
che si era infilato tra lui e la vita

Immaginava il mondo come una Jazz Band
radunata in un’istintiva terra di nessuno...

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