Omnibus

(testo e musica di F. Bonifacio)

Lui dalle coltri di letti prestigiosi,
aspettava Agraiment venire.
Da un omnibus di amori,
di amori e di fandonie,
di colpe e di rancori,
svenire, perdersi
nei suoi occhi acquosi

Agraimant veniva morbida, attraente,
lei flessuosa più di un  serpente.
Scapigliata sulla porta,
i capelli sulla bocca,
col vestito oltremare,
spogliarsi, entrare
nel suo cinema gestuale

Film di storie mai viste, strepitose,
vicende d’ambienti consumati.
Guanti bianchi abbandonati,
wiskey ormai dimenticati,
camerieri stropicciati,
fermarsi, guardare
nel teatro e poi andare

Lei nelle sue strane calde contorsioni,
risvegliarsi pelle di velluto.
I suoi occhi torbidi,
il suo respiro ambiguo,
le sue ginocchia vuote,
omnibus, perduto
di un inverno già finito

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