Gold Bug
(testo e musica di Flavio Bonifacio)
In una bottiglia di vetro chiusa,
sono un foglio di carta imbrattato d’inchiostro
in una notte d’Agosto di qualche tempo fa
Tra spicchi di sole e gocce di mare,
mi specchio nel vetro che mi rimanda indietro
la rosa dei venti, una linea a tratti
monti abbozzati su anfratti oscurati
In fondo una cassa di gioie e di ori, stracolma
In segni abbozzata
Tra onde mi porta così, tappato,
vorrei proprio qualcuno
che mi tolga l’impiccio,
che con sapienza
m’impari a memoria
Se poi invece mi spezzasse e rompesse,
perché questo saper spartir non volesse,
sarà meglio allora che un foglio tatuato,
finisse spiaggiato e riarso dal sole
Nel fondo una cassa di gioie e di ori, stracolma
nella sabbia nascosta
Tracce di inchiostro
sopra la carta,
son mescolate a grani di sabbia,
nel vetro scalfito,
bruciata dal sole
Ruvida e sgualcita ho tenuto il segreto,
perché chi sapeva non ha voluto svelare,
chi voleva sapere non ha potuto scoprire, ma dentro di me rimane scolpito
In fondo una cassa di gioie e di ori, stracolma
nei miei segni tatuati