Migrantes

(testo e musica di Flavio Bonifacio)

C’è chi va in giro a far meditazione
c’è chi sta fermo alla stazione
a guardarsi un film di animazione
gambe bipedi che si incrociano attente
per evitare le mine vagolanti
di struscìi di gonne più o meno eleganti

Ci sono facce stralunate, facce attente,
ci sono grassi, alti ci sono magri e bassi
c’è chi guarda con attenzione il tabellone

Chi il cul di quella donna di colore,
che ci starebbe sopra un vaso
e anche un fiore
che quel cingalese offre a poco per mangiare,
come il suo collega pakistano con il giornale in mano

La cinesina con le gambe un poco storte,
abbraccia il suo ragazzo e lo stringe forte
un rumeno spinge e corre per non perdere il suo treno
e la moglie che lo aspetta, gli urla e gli fa fretta
una zingara s’aggira per rimediare qualche lira,
mentre l’arabo silente sta tranquillo senza fare niente

Mondi di idee, di peregrinazioni
salite sopra un treno, mescolate casualmente
per seguire chissà quali loro destinazioni

C’è salita quella donna di colore,
il cingalese il pakistano con il giornale in mano
la cinesina con il suo fidanzato stretto al cuore,
la zingara, l’arabo silente,
e noi a ciondolare pigramente

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