Signore guardi
(testo e musica di Carlo Caddia)
Signore guardi
le sono cadute le braghe
forse è il figlio che si droga
o il valzer non è a tempo
forse sta perdendo il tram
forse arriverà in ritardo
forse pioverà di nuovo
forse è l’orologio matto
col tic tac sincronizzato
su ogni gesto che si fa
Signore, guardi le è caduto l’amore
un amore un po’ veloce
la scopata di un momento
perché è scomodo inchinarsi
a raccogliere da terra
un passato è un istante è una dignità venduta a sembrare più grande
Signore, guardi le è caduta la vita
data al Monte di pietà
per pagare l’estinzione
di un’ultima parola di un dramma
senza dramma fine della poesia
Ci faccia caso sono per caso scivolato scivolato da un pensiero
e così l’ho per caso guardato in viso