Cielo

La lontananza fa così male. È di comprensione, che ho bisogno.
È che ci sono poche anime in giro, questa sera,
e che di chiudere gli occhi non ho proprio voglia.
Non voglio incontrare adesso il buio, e allora vago, tra il mio respiro.
È che di avere nessuno in mezzo a tanta gente mi stanca,
e che non rivedere occhi come i tuoi mi manca.


Piove. C’è tutto quello che aspettavamo,
una stanza fredda e le nostre poche parole.
Il crocifisso sopra la tua testa è un semplice crocicchio di legno;
niente di diverso dal tuo corpo, ricomposto sulla barella.
Una danza di gesti che mettono e tolgono un rosario
tra le tue mani incrociate:
c'è tutto quello che mi aspettavo.
La tua definitiva assenza da questo luogo disabitato
ha il suono discreto dei gesti quotidiani che ricordavo,
la tua stessa delicatezza.
Crì è dentro una sigaretta bagnata dalla pioggia
e non ha bisogno di me.
Così posso andare, lasciando alle mie spalle
tutto ciò che mi aspettavo.
Un cielo che non vedo forse è sopra le nuvole.
O forse no: chissà cos'è che ci insegna il dolore.
Chissà chi siamo, chi siamo.
Salendo in macchina, il parabrezza
era tempestato di acqua.
Ho capito che soltanto rubandoti il cuore
avrebbero potuto portarti via,
portarti via,
portarti via.

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