Ruggine industriale

(testo e musica di F. Bonifacio)

Noi, sbarcati da una nave di tre piani,
versati sopra un parquet di asfalto umido,
annusavamo l’aria e il fumo
come cani raffreddati

I ferrosi intrecci delle gru
ci guardavano dall’alto,
chinati su noi con aria meccanica e indifferente,
addobbati nei nostri cappotti, rattoppati dagli anni

Circondati da montagne
di containers impilati,
sempre camminando,
sospettosi dei sentieri non esplorati,
eravamo parte essenziale di quel panorama
di ruggine industriale

Ti osservavo da dietro camminare,
ingobbita nelle ombre ti guardavo passare
da un anno nell’altro,
liscia liscia senza affanno,
grigia grigia nel grigio del mondo intorno
colorata nei resti dell’anima,

con in mano pennelli variopinti,
per dipingere l’universo grande,
per colorare di desiderio,
l’ultimo bicchiere, l’ultimo bicchiere
tra i cassonetti

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